Madurai, nel Tamil Nadu, Sud India, è una città che lascia a bocca aperta. Secondo la leggenda un tempo, al posto di Madurai, c’era una foresta dove un giorno un contadino vide Indra, re degli dei, adorare un lingam (simbolo fallico che rappresenta il Dio Shiva) da egli stesso creato. Il contadino raccontò quanto vide al re Pandya Kulasekara che abbatté la foresta, costruì un tempio intorno al Lingam e presto, attorno al tempio, una città; quando del nettare cadde sulla città dai capelli di Shiva, essa venne chiamata Madurai che in lingua tamil significa “dolcezza”. Già nel 3° secolo aC, Megasthanes, uno storico greco visitò Madurai quando compì il viaggio in India che raccontò nel suo libro “Indika” e altri, presto, arrivarono, da Roma e dalla Grecia, per commerciare con i re della antica dinastia tamil Pandya. Madurai prosperò sotto i Pandyas fino al 10° secolo dC, finché arrivarono i Cholas che governarono dal 920 dC fino all’inizio del 13° secolo e riprosperò nel 1223 dC quando i primi ripresero potere.

Sotto i Pandyas nacquero tre accademie letterarie e grandi capolavori come il tempio di Meenakshi. Dopo il saccheggio, nel 1310, di Malik Kapur, generale dell’ islamico Alauddin Khilji, governatore di Delhi, Madurai divenne, nel 1323, provincia dell’impero di Delhi sotto i musulmani turchi Tughlaks.

Nel 1364, entrò a far parte del grande impero Vijayanagar che ne affidò la gestione a governatori, i Nayaks. Dal 1565, dopo la morte dell’ultimo imperatore, i Nayaks controllarono indipendenti i loro territori. E’ loro il disegno urbanistico, a forma di loto, di Madurai, che si sviluppa intorno al Meenakshi Sundareswarar Amman Temple. Fu proprio il governatore Thirumalai (1623-1659) che contribuì alla creazione di magnifici monumenti che oggi vediamo a Madurai tra cui il Raja Gopuram, la torre all’entrata del Amman Meenakshi Temple. Nel XVIII secolo Madurai cadde sotto la compagnia inglese delle Indie orientali e divenne libera quando gli inglesi lasciarono l’India nel 1987. L’Atene d’Oriente, giusto appellativo di Madurai, incanta ancora per il complesso del Meenakshi Sundareswarar Amman Temple, esso stesso una città che oggi si estende per ben 65000 mq., visitato da 15.000 persone al giorno.

Dentro mura alte 6 metri, il complesso di Meenakshi, disposto sui quattro punti cardinali, è un insieme di molteplici templi e gopura, magnifiche torri, alcune alte fino a 46 metri, 33.000 statue, dipinti, colonne scolpite; masse di persone vi girano attorno in senso orario per richiamare la sacralità del tempio.

Così Menaski lancia il suo fervore religioso, tra riti, bagni sacri, puja (preghiere), mantra (canti), brahmini (sacerdoti), sadu (asceti), processoni e matrimoni.

Ogni giorno, alle ore 21.00, nel tempio di Meenakshi, il tempio madre, le effigi della dea e del suo consorte, sono portate nella “camera da letto” dove avviene l’ultimo rituale della giornata, la lalipuja, il canto delle litanie da parte dei sacerdoti.

Poi Madurai, finalmente, si riposa.
