Un interessante post per capire cosa c’è dietro ad un buon té…
Ogni tanto la stampa inglese pubblica reportage sulle difficili condizioni di vita dei lavoratori e soprattutto delle lavoratrici delle piantagioni di tè in India. “La storia amara dietro la bevanda nazionale inglese” titolava qualche mese fa un articolo della Bbc.
È un discorso che non si fa spesso. Di solito si parla del tè come una bevanda antica, affascinante, benefica… raramente si guarda chi sta dietro a tutto questo. Con Five O clock invece sto cercando i presentarvi anche l’altra “faccia” della medaglia. Di cercare le storie, i volti, le mani di chi lavora per garantire il meglio nelle nostre tazze. Quali sono le professioni di questo settore, cosa fanno e di che cosa si occupano.
Abbiamo conosciuto le vicende di Misty Peak Teas e la passione di Arlette Rohmer.
Con Nalin Modha, tea planter con decenni di esperienza in Darjeeling (India), ho invece scambiato due parole…
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Che lavoro….una bevanda così semplice
Semplici foglie e quanto lavoro!
che storie eh?
Già….
Intervista interessantissima! L’incontro con i protagonisti, che in questo caso sono gli umili lavoratori delle piantagioni, ci fa rendere conto che dietro una tazza di té c’è la fatica, il lavoro, condizioni anche disagiate di persone che vivono in condizioni tutt’altto che favorevoli. È giusto ricordarsene,di tanto in tanto. Bello pensare alle piantagioni del Darjeeling come un luogo bucolico, ma non bisogna dimenticare la fatica fisica di ognuna delle persone che ogni giorno si spezza la schiena a raccogliere germogli.
Si, è proprio come dici. Dietro una foglia di té c’è un grande lavoro e sacrificio, non solo del singolo ma anche di tutta la sua famiglia. Grazie della visita.
Intervista interessantissima! L’incontro con chi davvero lavora in una piantagione di té fa rendere conto di quanta fatica ci sia dietro ogni tazza e in quali condizioni anche disagiate vive chi vi lavora. Siamo abituati a pensare al Darjeeling come a un luogo bucolico, e non ci rendiamo conto che è frutto del lavoro giornaliero di persone che si spaccano la schiena per raccogliere ogni singolo germoglio.