Da quando ho visitato il Bhutan, questo piccolo Paese mi è rimasto nel cuore. Durante il mio viaggio laggiù ho visto peasaggi meravigliosi. Ricordo gruppi di bambini divertiti in abiti tradizionali, bellissimi templi dove la gente prega con devozione, monaci recitanti preghiere snocciolando rosari, antiche case decorate in stile Bhutanese. Guardavo il verde acceso dei campi di riso, ascoltavo il silenzio che emanava tutto ciò che mi stava intorno. Il Bhutan tiene vive le proprie tradizioni e costumi quotidianamente indossati dai Bhutanesi persino durante il lavoro. Vi racconto qualcosa di questa magnificà terra che si nasconde in Himalaya orientale tra India e Tibet. Circondato da montagne e giungla, il Bhutan è rimasto per secoli isolato dal resto del mondo, mai diventando colonia di Stati esteri e conservando intatte le proprie tradizioni profondamente influenzate dal Buddhismo che ne è la religione ufficiale (la seconda fede popolare è l’Induismo). Chiamato il Paese dei Dragoni Tonanti a causa delle violente tempeste, resta ancora oggi un Paese di pace dove la qualità della vita è misurata sulla base della felicità. Più che sul prodotto nazionale lordo, il Bhutan misura la felicità interna lorda come politica ufficiale di uno sviluppo sostenibile che si fonda sulla tutela dell’ambiente, la conservazione culturale e il buon governo. Questa democratica monarchia costituzionale, fondata nel 1907, con prime elezioni risalenti al 2008, è anche, dal 1971, riconosciuta dalle Nazioni Unite.
La sua capitale è Thimpu, la sola città al mondo senza semafori dove il traffico è ancora diretto da vigili in guanti bianchi, e la lingua ufficiale è il Dzongka, anche se ci sono ben 24 lingue parlate in questo piccolo paese. E’ una delle nazioni meno sviluppate al mondo e l’unica che assorbe più CO2 di quanto non ne emetta e la sua maggiore esportazione è l’energia rinnovabile, che è energia idroelettrica. L’assistenza sanitaria e l’istruzione sono gratuite in Bhutan per residenti e visitatori (54% degli adulti e il 76% dei giovani in Bhutan sono alfabetizzati) e l’aspettativa di vita media è di solo 66 anni. L’omosessualità è illegale e punibile dalla legge, ma la poligamia è permessa. Tutti i cittadini diventano ufficialmente un anno più grandi il giorno di Capodanno cosicché ognuno si ricorda del compleanno altrui.
Solo nel 1999 la televisione e internet sono state permesse grazie al re Jigme Singye. Tiro con l’arco e freccette sono gli sport nazionali del Bhutan. Questo piccolo paese è per il 70% coperto da boschi ed è uno dei paesi leader nella conservazione dell’ambiente oltre ad essere il solo Paese a rendere illegale l’uso del tabacco. Dal 1999 sono stati vietati i sacchetti di plastica sostituiti dai quelli di cotone.
Il piccolissimo Bhutan è circondato da montagne elevatissime il cui punto più alto è rappresentato dal Kula Kangri a 7553 m. Le montagne, che sono considerate sacre e quindi mai “scalate”, sono abitate dalla “Takin”, una capra-antilope, che è anche l’animale nazionale del Bhutan; un animale unico e strano che sembra un mix tra una mucca e capra.
I primi turisti stranieri sono stati autorizzati ad entrare in Bhutan nel 1974.
Oggi, per visitare il Bhutan, tutti i turisti devono viaggiare con un tour operator e pagare una tassa minima di $ 250 al giorno, che comprende trasporto, alberghi, ingressi, guide.
testo e foto by PASSOININDIA
per viaggi in Bhutan visita la pagina http://www.passoinindia.com