
Dopo il liceo, per frequentare l’università, dovevo recarmi a Batala, la città più vicina dove si trovava il collegio, che era a quasi venticinque chilometri dal mio piccolo villaggio. Anche se oggi quando passo da Batala mi sembra che non sia cambiato nulla e la vedo come una città normale, a quell’epoca mi sembrava enorme e molto diversa dal mio villaggio. Non erano tanti i mezzi pubblici per andare al collegio e la prima fermata dell’ autobus era quasi cinque chilometri da casa mia, perciò sino là andavo con la mia bici. Siccome gli autobus non erano molto frequenti e non avevano un orario preciso, partivo da casa sempre in anticipo, con la fatica di alzarmi presto.
Mentre andavo verso la fermata con la mia bici vedevo ogni giorno Gurjeet che si allenava lungo la strada; era un ragazzo di circa diciotto anni. Io non lo conoscevo ma avevo sentito già sentito parlare di lui, dicevano tutti che era un bravissimo atleta ma la sua famiglia era povera e questo non gli permetteva di avere né un allenatore, né la dieta di un atleta. Lui participava a tutte le piccole e grandi feste dei villaggi e delle città. Vincendo le gare di corsa, mostrava il suo vero talento al pubblico ed alla fine prendeva gli applausi della gente, piccoli premi e qualcuno gli regalava anche un po’ di soldi per dargli coraggio; immagino che questi soldi li usasse per la sua dieta.
Ero ormai al terzo anno di univesità e vedere Gurjeet ogni mattina era diventata una cosa quotidiana, un’abitudine, anzi, la sua presenza, vedere il suo corpo tutto sudato di fatica mi dava forza e la velocità della mia bici aumentava automaticamente. Non avevo mai parlato con questo ragazzo ma lo salutavo, alzando la mano per incitarlo ed anche lui mi salutava sorridendo.
Dopo aver preso la laurea, cominciai un corso di tecnologia informatica ma i miei orari erano gli stessi e ancora vedevo Gurjeet ogni mattina. Poi, una mattino non lo vidi allenarsi e così passò quasi un mese. Avevo chiesto a qualcuno informazioni e mi era stato raccontato che lui era deluso e aveva smesso di allenarsi; erano ormai tre anni che provava ed entrare nella squadra degli atleti della regione ma, non avendo nessuna raccomandazione e soldi da offrire, anche se era molto bravo, non veniva mai selezionato. Ero rimasto molto male di questa notizia perché lui aveva lottato con la povertà ma con questo sistema di corruzione aveva perso il suo sogno di diventare un grande atleta. Dopo il corso mi ero trasferito a Delhi per cercare un lavoro e poi, quando un giorno stavo tornando da Delhi per il mio villaggio, alla fermata dell’ autobus ho visto Gurjeet; mi ero avvicinato subito per salutarlo ma lui era ubriaco e non mi aveva neanche riconosciuto.
Ogni volta che assisto alle Olimpiadi, con i più bravi atleti del mondo, mi viene in mente Gurjeet, che non era riuscito a dimostrare il suo vero talento al mondo per la sua povertà e a causa di un sistema malato, e penso a quante altre persone come Gurjeet non sono riuscite a mostrare il loro talento e hanno perso il loro sogno. Mi auguro che oggi in tutti i Paesi del mondo tutti abbiano la possibilità di dimostrare le loro grandi doti sportive.
testo Passoinindia
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