In questo continente riarso
le donne non mostrano visi accigliati
sui muri di fango
Pazientemente siedono
come brocche vuote
ai bordi del pozzo del villaggio
la speranza in ogni treccia dei loro lunghi capelli
guardando in profondità lo specchio dell’acqua
con i loro occhi umidi.
Con scarabocchi zodiacali sulla sabbia
custodiscono cosce tatuate
in attesa del ritorno dei loro uomini
finché anche le ombre
rimboccano i loro contorni e se ne vanno oltre le colline.
Poesia di Shiv K. Kuman, poeta indiano
La poesia è dedicata all’infinita pazienza della donna indiane che spesso ancora oggi si occupa di lavori pesanti che la relega in cronici stati di povertà (la casa fatta con il fango) Il continente è quello indiano, arido, con la sua società altamente patriarcale, in cui molte donne sono ancora oppresse. Abituata a non mostrare sofferenza, la donna è fin da piccola educata a gestire passivamente le emozioni, anche quelle che le derivano dal comportamento ingiusto degli altri. Tra le mura della sua casa è destinataria passiva delle attenzioni dell’uomo che troppo spesso la considera una sua proprietà privata (il tatuaggio con il nome del marito che le donne custodiscono tra le cosce). La donna non ha il potere di arrabbiarsi con qualcuno, neppure in ambito familiare (i muri di fango). La pazienza è la virtù più cara di queste donne. Anche quando riempiono i vasi con l’acqua raccolta dal pozzo, la donna percorre lunghe distanze per portare alla famiglia quell’acqua, attinta così in profondità, e che riflette la sua immagine con gli occhi pieni di lacrime. Durante la lunga attesa del suo turno al pozzo la donna, quasi sempre analfabeta, con la punta dei piede disegna nella sabbia figure zodiacali abbassando il suo sguardo timido e pensando al suo uomo lontano oltre le colline. Lei lo aspetta finché anche le ombre se ne vanno, anch’esse oltre le colline.
Bellissima la poesia e la spiegazione sottostante. Si scopre sempre qualcosa qui. Grazie. Isabella
Grazie acte cara.
Alla prossima con piacere