Abbiamo percorso più di sei ore in auto da Jaisalmer lasciando il deserto occidentale del Thar per dirigerci verso oriente, fino a Bikaner che ci ospiterà questa notte. La strada che ci accompagna è asfaltata e qua e là coperta di sabbia soffiata dal vento, dove una bassa vegetazione tipica di un clima arido si fa spazio tra le dune. Giungiamo finalmente alla polverosa città di Bikaner che ci accoglie con il frastuono inconfondibile delle città indiane, tuk tuk, altri veicoli strombettanti e gente frenetica che fanno da contrasto a scene uguali a quelle di un passato lontano, buoi che tirano carri, dromedari che trasportano cose, biciclette, donne in splendidi saree il cui color pastello s’esalta nel tono ocra della terra. Bikaner attrae per il suo centro storico custodito da sette chilometri di mura del XVIII° secolo corredate da ben cinque porte di accesso. Ne superiamo una ed accediamo ad un dedalo di strade piccole ed irregolari dove ci si può perdere in quella delizia del viaggiatore che sono le magnifiche havelis. Questi palazzi dall’architettura mista rajput, moghul e britannica, finemente decorati con jaalis (i disegni a traforo su pietra), chajjas (le sporgenze), jharokhas (i tipici balconi prominenti in stile rajasthano) furono costruiti dai mercanti quando Bikaner, situata lungo un’ importante via carovaniera tra Asia centrale e Gujarat e dotata di sorgenti d’acqua, diventò, dal XVI° al XIX° secolo un punto di ristoro prima del torrido caldo del deserto del Thar. Tra le più belle havelis, degne di nota sono le Rampuriya Havelis, fatte costruire negli anni venti da mercanti giainisti mentre altre si possono ammirare in Rangari Chowk (chowk significa piazza), in Kothrion Ka Chowk (poco distante anche il Kothari Building), in Daga Sitya Chowk, in Dhadha Chowk che poco dista dalla bella Punan Chand Haveli. Fino a non molti anni fa la loro conservazione veniva trascurata e le havelis venivano demolite pezzo per pezzo perché il valore dei loro componenti architettonici ed artistici è più alto di quello dell’intera casa. Da tempi recenti, grazie all’intervento di associazioni come la World Monuments Fund, (www.wmf.org) questi patrimoni sono protetti……
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