I gioielli della sposa. Jhumka, haar, mangalsudra, tali, varmala.

Continuiamo il viaggio tra i gioielli della sposa indiana.

Gli Jhumka detti anche bali, kundal, surliya, karnphool, lavang, jhoomars sono gli orecchini, immancabile ornamento che, secondo la tradizione, servono ad impedire che gli spiriti maligni, in grado di entrare nel corpo attraverso una delle sue aperture e prenderne il controllo, passino attraverso l’orecchio, considerato tra l’altro parte nobile del corpo, segno di sviluppo spirituale. Gli Jhumka, in particolare, sono fatti a forma di campana. Gli orecchini sono piuttosto pesanti e per questo a volte sostenuti da una catena, la Sahaara, che viene fissata alla parte posteriore dell’orecchio o direttamente sui capelli. Sono preziosi, elaborati e stupendi e quelli dello Stato del Tamil Nadu sono molto conosciuti per la loro forma di loto decorata con diamanti e rubini. Agli orecchini la medicina dell’agopuntura riconosce un valore terapeutico perché pungere l’orecchio, che è da essa considerato il microcosmo di tutto il corpo, porta benefici agli occhi, alla mente e scaccia il cattivo umore. Questo punto è oltretutto collegato direttamente al rene e quindi ne migliora la funzione.

mangalsutra

Haar, kanchuk, mangalsutra. Non può mancare la collana coordinata con gli orecchini (oltre che con il vestito) e spesso indossata vicino al cuore allo scopo di rendere forte l’amore e potenziare le emozioni. La pietra o la gemma a decorazione della collana trasferirà alla sposa il suo potere dandole fortuna e distrarrà l’occhio malvagio scacciando il malocchio e quindi proteggendo la donna. La sposa indossa anche il mangalsutra, (filo di buona volontà). “Mangal” significa buon auspicio e “Sutra”, significa nodo. Questo gioiello è un medaglione d’oro che, durante la cerimonia indu del Mangalya Dharanam, parte integrante di una cerimonia di nozze come prescrive il Manusmriti (la legge di Manu che regola il matrimonio tradizionale indù), viene fissato per tre volte, con tre nodi, intorno al collo della sposa con alcune palline nere o legami filettati neri. In alcune regioni i nodi sono fissati uno dal marito e gli altri due dalle sue sorelle. Le perle nere proteggono contro il male (il nazaar, la magia nera) e le donne sposate le indossano per proteggere il loro matrimonio e la vita del loro marito. Un nodo simboleggia la devozione al marito, gli altri due ai genitori e alla divinità. Il filo è solitamente di colore nero o giallo (perché intriso di curcuma, una spezia indiana simile allo zafferano ma di gusto diverso). Altre perline colorate vengono aggiunte secondo le tradizioni regionali. Il mangalsutra, insieme ai bichua, ai chooda e al nath, è, in praticamente tutta l’India, uno dei gioielli simbolo più importanti per la sposa (lo sposo ne è esonerato) paragonabile alla fede nuziale occidentale che la connota come donna sposata. Gran parte di questi gioielli (e di quelli di cui vi ho dato conto nei precedenti articoli) sono utilizzati anche nei matrimoni sikh che però sono regolati da rituali cerimoniali un poco diversi.

Nel Sud India si usa anche il tali, un piccolo ornamento d’oro, infilato su una corda di cotone o una catena d’oro che lo sposo mette al collo della sposa ed indossato solo dalle donne sposate come simbolo del loro matrimonio, almeno fino alla morte del marito.

Tra le varie collane c’è poi la varmala o jaimala, una ghirlanda di fiori varianti secondo la regione, magari adornata di banconote.

Varietà più, varietà meno, si tratta di gioielli da favola.

(testo PASSOININDIA)

Foto mangalsutra, fonte : stylehunterbride.com.au

Foto copertina, fonte: https://www.weddingplz.com

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I gioielli della sposa. Bichua e chooda.

E’ frequente vedere, in India, donne e uomini indossare anelli ai piedi. Si chiamano Bichua e, come tanti altri monili indiani, hanno tradizionalmente un preciso significato culturale e religioso. Già nell’antico testo del Ramayana, Sita, rapita da Ravana, getta il suo anello per far sì che il Signore Rama la trovi. Da allora i Bichua appartengono al corredo di gioielli di una donna che sta per sposarsi. Spesso è lo sposo a porli sul secondo dito di entrambi i piedi della sposa, durante il rituale delle nozze e, da quel momento, connotano lo status di moglie della donna. Usualmente i Bichua sono in argento poiché l’oro, oltre ad essere considerato troppo onorevole per essere posto in zone sotto la vita, è simbolo della dea della ricchezza, Laksmi, e sarebbe un segno di irriverenza indossarlo sui piedi. I Bichua vengono indossati a coppie sul secondo dito di entrambi i piedi oppure anche su tutte le dita escluso il mignolo e, normalmente, non vengono mai rimossi. Anche gli uomini Tamil ne fanno uso da tempi remoti per farsi identificare come sposati. Anticamente, nelle culture più conservatrici, le spose avevano il volto coperto da un velo e allora un piccolo specchio che adornava il bichua consentiva loro di guardarsi. I Bichua avrebbero tuttavia anche altri “poteri”; infatti, oltre ad aumentare il vigore sessuale dell’uomo, curerebbero, secondo la riflessologia, i problemi ginecologici e, regolandone il mestruo, sarebbero un toccasana per l’apparato riproduttivo della donna; infatti, indossare l’anello al secondo dito del piede, massaggiando con la camminata il nervo che si collega all’utero e al cuore, aiuterebbe a riequilibrare il “prana”, cioè la “forza vitale” di cui ogni essere vivente è dotato, garantendo un buono stato di salute. L’argento, di cui è fatto quasi sempre il Bichua, è inoltre, un buon conduttore e perciò assorbirebbe l’energia polare della terra e la trasferirebbe al corpo.

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Ugualmente frequente in India, soprattutto, nel Punjab, è vedere donne indu e sikh indossare una grande quantità di braccialetti in entrambe le braccia. Sono i Chooda o Choora che le spose ricevono dalla madre o dallo zio materno ovvero 21 braccialetti di solito color avorio e rosso, un tempo in avorio, oggi per lo più in plastica. La sposa li indossa, dal polso all’avambraccio, per circa 40 giorni (un tempo anche per periodi più lunghi) dopo il suo matrimonio per ricordare alla gente il suo status di nuova sposa e solo il marito potrà rimuoverli. In questo periodo, per preservarne l’integrità, alla sposa è concesso astenersi dal fare i lavori domestici. Se resta incinta li può smettere anche prima del tempo.

(continua…)

PASSOININDIA

foto,fonte: http://www.sijo.in/?id=374

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